Nella capitale sono scattate già da giorni le misure di sicurezza eccezionali per garantire gli spostamenti nel centro storico di Xi e della super delegazione al seguito composta da circa 500 persone. Con il presidente cinese sono arrivati, oltre agli uomini della sicurezza personale, 120 giornalisti e 300 fra dirigenti di aziende, musei e funzionari ministeriali.
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Il Capo dello Stato ha mandato un messaggio chiaro al presidente cinese per rafforzare i legami tra Pechino e Roma: “Il livello già eccellente della cooperazione tra Italia e Cina sarà confermato e rafforzato durante la visita così gradita del presidente Xi con intese commerciali”.
Poi Mattarella ha anche parlato del Memorandum sulla Via della Seta che Xi Jinping firmerà a Villa Madama insieme al premier Conte: “La firma del Memorandum Italia-Cina è un segno dell’attenzione per una cornice ideale per un incremento delle collaborazioni congiunte tra imprese italiane e imprese cinesi”. E ancora: “La Via della Seta è una strada a doppio senso e lungo di essa devono transitare non solo commercio ma talenti, idee, conoscenze e progetti di futuro”.
Alle parole del Capo dello Stato ha risposto il presidente cinese Xi Jinping: “Ringrazio il presidente per l’accurata e squisita accoglienza: nonostante la distanza geografica, i due popoli nutrono da sempre una profonda amicizia”.
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L’Italia è il primo Paese del G7 a firmare un Memorandum con la Cina, “è una grandissima opportunità per tutti noi”. Lo ha sottolineato il vicepremier Luigi Di Maio, all’inaugurazione dell’Italy-China Business Forum on Third Market Cooperation, a Palazzo Barberini. Un Forum che porterà a firmare accordi commerciali e ad attivare una cooperazione bilaterale su quattro temi portanti: infrastrutture, macchinari, finanza ed energia. Oggi è la volta dei tavoli tecnici, domani si metterà mano alle penne per siglare i veri e propri bilaterali. Tra Italia e Cina, ha ricordato il vicepremier, c’è un interscambio che ormai vale 44 miliardi di euro, con una crescita esponenziale negli ultimi anni.
Dieci accordi tra imprese, compresi quelli sui porti di Trieste e Genova. E diciannove accordi istituzionali, tra cui il via libera dell’esportazione del seme bovino e la restituzione alla Cina di 796 reperti archeologici. Si è molto ridotto, soprattutto nella parte aziendale, il numero di intese che verranno siglate domani mattina a Villa Madama tra Italia e Cina, a margine della firma più importante dal punto di vita politico, la nostra adesione alla Belt and Road targata Xi Jinping. La lista di accordi non è ancora definitiva, i dettagli si limeranno fino a stasera e qualcosa potrebbe ancora rientrare.
La Cassa Depositi firmerà con Bank of China, capofila dal lato cinese, un partenariato strategico che avrà come obiettivo il finanziamento delle imprese italiane in Cina, al limite anche tramite l’emissione di Panda bond, cioè titoli in renminbi. L’Autorità portuale di Trieste e quella di Genova firmeranno un accordo con il colosso delle costruzioni Cccc.
È lungo il capitolo delle intese istituzionali che sono 19. La prima è il cuore di questa visita di Xi, quella sulla Via della seta, che non firmeranno il premier Conte e Xi Jinping, bensì Luigi Di Maio e il ministro degli esteri cinese Wang Yi. I settori di protocolli e memorandum tra ministeri e altri enti pubblici sono principalmente tre e concernono la tecnologia, l’agricoltura e la cultura
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Prima dell’incontro con il premier Conte a Villa Madama il presidente cinese è tornato al Quirinale per il saluto al capo dello Stato Mattarella. Nel cortile d’onore si è svolta la cerimonia ufficiale con la banda dell’aeronautica che ha eseguito gli inni nazionali.
Dopo settimane di polemiche, è arrivata la firma sugli accordi tra Cina e Italia, nell’ultima giornata romana di Xi Jinping. Nella cornice di Villa Madama, dove sono state schierate le delegazioni ministeriali dei due Paesi. In tutto 29 le intese: 19 istituzionali e 10 commerciali. A firmare le intese principali, per la parte italiana, è stato il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Dall’altra parte del tavolo, il presidente della National Development and Reform Commission, He Lifeng. “Solo gli accordi firmati qui oggi in sostanza valgono 2,5 miliardi di euro. Ma gli accordi hanno un potenziale di 20 miliardi di euro”, ha detto Di Maio nel punto stampa dopo la firma del Memorandum. Il cuore dell’accordo è la Via della Seta di Pechino (l’Italia è il primo Paese del G7 ad aderire).
L’elenco delle intese firmate doveva in realtà essere più lungo, si parlava di una cinquantina, ma le polemiche degli ultimi giorni – con le preoccupazioni di Stati Uniti e Unione europea per una eccessiva penetrazione della Cina nella economia italiana – hanno portato a una riduzione degli accordi, soprattutto nei settori più sensibili. Frenata in particolare sulle telecomunicazioni: congelato l’accordo di ricerca tra Huawei e un Politecnico italiano.
La parte finale del viaggio in Italia, per Xi e la moglie Peng Liyuan, si svolge invece a Palermo. “È stata una visita di grande successo, grazie di cuore al governo italiano”, ha detto Xi arrivando in Sicilia. In agenda la visita a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale, e alla Cappella Palatina. Poi, il trasferimento nella suite presidenziale dell’hotel Villa Igiea, con alcuni degli oltre duecento collaboratori.
Si è trattato di una iniziativa promozionale a favore della città. Xi Jinping auspica l’arrivo di milioni di turisti cinesi. E’ stata una forma di ringraziamento per Mattarella che gli ha riservato una accoglienza degna di un imperatore.
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Mai come in questo periodo, l’Italia è tornata a essere il centro degli equilibri mondiali. Una condizione particolarmente interessante, visto che per il nostro Paese significa essere oggetto di un vero e proprio duello fra superpotenze. Ma che è anche una delle maggiori sfide del nostro tempo, visto che la tradizionale politica del doppio forno italiana sembra essere messa a dura prova dalla crescente polarizzazione del mondo. E in questa fase appare difficile poter gestire la politica estera senza fare definitivamente scelte di campo.
In questo momento di cambiamento degli equilibri mondiali, gli occhi del mondo si concentrano sull’Italia. L’esecutivo gialloverde rappresenta un unicum nel panorama internazionale, e forse anche per questo le potenze europee e le tre superpotenze hanno deciso di mettere l’Italia nel mirino. Il governo è diverso dai suoi predecessori, ha forze differenti, slegate in larga parte dai partiti tradizionali. E questo può comportare cambiamenti non solo di agende politiche ma anche di alleanze internazionali. E per questo non è difficile capire il motivo della trasformazione dell’Italia in un vero e proprio laboratorio di questo nuovo scontro fra superpotenze che può cambiare definitivamente i destini del Vecchio Continente.
La visita di Xi è il simbolo di quanto Roma sia diventata centrale nell’agenda politica di Oriente e Occidente. Mai come in queste settimane Washington si è esposta in maniera così netta e anche dura nei confronti di un Paese coinvolto nella partnership strategica con Pechino. Gli Stati Uniti temono l’ingresso cinese nei nostri porti e nelle nostre infrastrutture strategiche. Ma soprattutto hanno paura che l’Italia rappresenti una sorta di faglia: una volta che la Cina supera il fronte del Mediterraneo centrale, di fatto i suoi traffici arriveranno nel cuore dell’Europa. E una volta inserita l’Italia nella Nuova Via della Seta, il sistema occidentale (dal punto di vista economico e strategico) vedrebbe l’inserimento di un “terzo incomodo”, quella superpotenza asiatica che l’America sta cercando di frenare nella sua inarrestabile ascesa. Ma in questa ascesa, la Cina sa che deve passare per l’Italia. Ed è proprio per questo che Xi ha messo gli occhi su Roma.
Ma il ballo delle superpotenze con l’Italia non può dirsi concluso senza parlare della Russia, che, anche se appare distante in questa fase della nostra agenda politica, è in realtà uno degli elementi fondamentali per comprendere la nostra agenda politica. Mosca non ha mai sottovalutato il ruolo di Roma, consapevole che gli attuali partiti di governo sono decisamente più aperti nei confronti della Russia rispetto ai loro predecessori. E fra i due Paesi esistono legami molto forti, che coinvolgono interessi economici, strategici ma soprattutto energetici. La Russia di Vladimir Putin serve all’Italia giallo-verde come potenza del gas ma anche come potenza militare e diplomatica, e può avere un ruolo chiave nella stabilizzazione della Libia. Mentre l’Italia serve a sua volta alla Russia per ricucire i rapporti con l’Europa.
L’ARRIVO A FIUMICINO
L’aereo è arrivato a Fiumicino verso le 18 del 21 marzo 2019.
Un corteo di 50 auto è sfrecciato a piazza Venezia per accompagnare Xi Jinping.
Tutto bloccato intorno all’hotel Parco dei Principi, dove alloggia Xi Jinping
AL QUIRINALE
L’accompagnamento dei corazzieri è di solito riservato ai sovrani
Congedo
VISITA ALL’ALTARE DELLA PATRIA
IL SALUTO DEI CINESI RESIDENTI IN ITALIA
INCONTRO CON I PRESIDENTI DEL SENATO E DELLA CAMERA
CENA DI GALA
Una cena per più di 150 invitati
IL CONCERTO DI ANDREA BOCELLI
Peng Liyuan, la moglie di Xi Jinping, è stata una famosa cantante e avrà senza dubbio apprezzato il concerto
INCONTRO DI XI JINPING E CONTE
L’incontro è avvenuto a Palazzo Madama
LA FIRMA DEGLI ACCORDI
Di Maio con il Ministro degli Esteri Wang Yi
LA VISITA A PALERMO
Xi Jinping ha soggiornato all’Hotel Igea
Fa gli onori di casa il governatore Nello Musumeci
Ammirazione per la Cappella Palatina
La Cappella Palatina
Palazzo Dei Normanni
Il Palazzo Reale con la bandiera rossa
IN FRANCIA
Gendarmi davanti al Palazzo di Monaco
Foto con il principe Alberto e Charlene
Foto con Macron e consorte
Incontro a Villa Kerylos
La Cina ordina 300 Airbus per più di 30 miliardi di euro. In totale sono stati firmati contratti per 45 miliardi di dollari. L’Italia firma accordi e la Francia firma contratti.
CENA DI GALA ALL’ELISEO
Hanno partecipato molte star. Ecco Helène Rolles
I PORTI
Porto di Trieste
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